Il sonaglio d’argento

Appeso alla culla o agitato da genitori, nonne e balie, fin da tempi antichissimi il sonaglio ha accompagnato il bambino nelle sue primissime esperienze di vita.

Il tintinnio del sonaglio ha il potere “magico” di calmare il pianto del bambino, strappargli un sorriso, farlo ridere e divertire, tanto che ritroviamo tracce di questo primo giocattolo in tutte le civiltà del passato.
Nell’Antica Roma, ad esempio, anche i poppatoi di terracotta spesso fungevano da sonagli: riempiti con palline di creta o sassolini, venivano agitati dopo ogni poppata.
Nel Medioevo, invece, si utilizzavano delle bambole d’argilla, destinate ai neonati, che contenevano al loro interno biglie di terracotta. Naturalmente, il sonaglio che veniva affidato al bimbo quando alfine riusciva ad afferrarlo e tenerlo con le sue manine, era giocoforza di un materiale più resistente della terracotta, vale a dire legno o metallo.
Presso il popolo dei Navajo, in America, era realizzato in legno e pelle, e arricchito con corni e perline, mentre i popoli d’Oriente, per i loro sonagli, si servivano di canne di bamboo con all’interno piccoli semi o sassolini.
Nel Settecento e Ottocento, questo tenero oggetto ispirò la creatività dei maestri argentieri, i quali diedero libero sfogo alla fantasia e crearono un’infinità di modelli di diversa foggia e lavorazione: forme umane, figure fantastiche, animali, sfere, e persino ombrelli e strumenti musicali. Alcuni erano fatti per essere appesi alla culla, altri per essere impugnati o mordicchiati dal bambino (in questo caso prendono il nome di “dentaroli” o “spuntadentini”). Solitamente i sonagli erano dotati di due o più campanelli, e molti di essi erano impreziositi da un’impugnatura di madreperla, corallo, pietra dura o cristallo di rocca.
Il culmine della raffinatezza nella lavorazione e nella scelta dei materiali da accoppiare all’argento lo si raggiunse in Inghilterra e in Francia.
Con l’espandersi dei possedimenti europei in Africa, Asia e nelle Americhe, usanze e consuetudini di quei paesi spesso si fusero con le nostre, mentre avorio, corno e legni pregiati vennero ad ampliare la gamma dei materiali. Frequenti erano i sonagli con impugnatura d’avorio a cerchio, che favoriva la dentizione del neonato, e altrettanto spesso ricorrevano forme scaramantiche, come il cornetto e il fischietto. A questo proposito, si pensi che un tempo i fischietti venivano murati nei camini per allontanare dalle case gli spiriti maligni e, per lo stesso motivo, erano collocati sulle culle dei neonati.
Mentre oggi lo scopo del sonaglio è quello di rallegrare o di calmare il bebè, distogliendo la sua attenzione da ciò che lo fa piangere o irritare, nei secoli passati la sua funzione principale era quella di amuleto.
Per prima cosa il suo tintinnio serviva a proteggere il bambino dagli influssi negativi. Secondo antiche credenze, infatti, il gesto di agitare il sonaglio aveva lo scopo di scacciare il malocchio e le forze del male; in particolare, il suono argentino dei campanelli metteva in fuga il diavolo. Ciò spiega l’introduzione delle campanelle nella liturgia cristiana fin dal Medioevo, e l’uso di cucirle, ancora oggi, sugli abiti dei sacerdoti greco-ortodossi.
Ricordiamoci anche che gli esorcisti le agitavano di fronte all’indemoniato, mentre, nell’uso profano, i contadini se ne servivano per far fuggire dai campi i demoni della tempesta.
La funzione magica dei sonagli è presente anche in molti riti tribali, come ad esempio quelli usati degli sciamani per allontanare le influenze negative.
Anche l’utilizzo del corallo nel sonaglio destinato al bebè aveva precisi significati: il corallo è simbolo di vita e, secondo la tradizione, protegge dalle sventure. Inoltre, pare riesca ad alleviare i dolori della dentizione. Si suggeriva, infatti, di strofinare le gengive con un rametto di corallo per favorire la crescita dei denti e dare un senso di freschezza.
Il sonaglio d’argento, poi, veniva regalato volentieri per una proprietà specifica di questo nobile metallo: il suo alto potere antibatterico in grado di garantirne l’assoluta igienicità. Se donato a un bambino, quindi, il sonaglio ne assicurava la salute sotto ogni punto di vista.
Ma non è tutto: un altro aspetto da non dimenticare è quello legato al valore intrinseco dell’oggetto. Il sonaglio d’argento costituiva il primo regalo importante fatto al bambino e, come per il cucchiaino d’argento, veniva donato proprio perché era un oggetto prezioso, con l’augurio che fosse il primo pezzo della sua futura fortuna economica.

È detto anche “spuntadentini” o “dentarolo” questo sonaglio in argento e corallo Sardegna, con fischietto. Di provenienza inglese, risale al XVIII secolo. All’epoca si pensava che il corallo, oltre a proteggere dalle sventure, alleviasse I dolori della dentizione. Collezione Privata D’Elia Company Group.

Sonaglio d’argento a motivo floreale, con manico di corallo, e sonaglio d’argento con manico d’avorio raffigurante un gobbo portafortuna. Italia, XIX secolo. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Sonaglio d’argento con figura di sirena. Spagna, XVIII secolo. Anticamente il sonaglio era considerato un amuleto; secondo la tradizione, infatti, il tintinnio dei campanelli aveva il potere di tenere lontani i demoni. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Sonaglio d’argento sbalzato a forma di conchiglia, XIX secolo. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Sonaglio d’argento a forma di animale fantastico, lavorato a sbalzo. Sulla coda è visibile il fischietto. Italia, XVIII secolo. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Questo sonaglio del XIX secolo, con testa di bambino, ha il manico in madreperla. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Sonaglio per culla in argento dorato. Spagna o Messico, XVIII secolo. Collezione Dario Ghio, Monte Carlo.

Articolo a cura di Serena Orta e Roberto Dabbene

Testo e foto sono tratti dal libro dell’Antica Orologeria Candido Operti

Racconti Preziosi 2010